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mercoledì 9 agosto 2023

Su per gli Appennini - Italia Coast to Coast in bicicletta

Campagna marchigiana, 21 luglio 2023, mezzogiorno circa

Giallo, marrone, azzurro. I colori dell'estate si estendono a perdita d'occhio sulle colline tra Osimo e Treia. Su queste terre massacrate dal sole che oggi infligge 39 gradi all'ombra non si muove anima viva.
In realtà, un occhio attento potrebbe notare una macchia di colore in questo bucolico paesaggio, un ciclista masochista intento a trascinare una bicicletta colorata e stracarica su per un ripido sterrato.
I copertoni scivolano sulla ghiaia, il cuore batte forte per lo sforzo, gocce di sudore cadono copiose come dal bucato appena steso, santi e madonne si sentono invocare fin nel più alto nei cieli.
Il nostro eroe si ferma dopo pochi metri, capochino, ansimando. Quali gloriosi pensieri animeranno la sua mente avventurosa?
Lo sguardo, piuttosto provato, cade sulla borraccia, ormai quasi vuota. Poi vaga all'orizzonte, cercando chissà cosa. Infine riparte, deciso, coprendo in alcuni minuti la distanza tra lui e l'ombra dell'unico albero in vista.
Crolla a terra sotto il velo amico delle foglie e nuove generose invocazioni che preferiamo non riportare. Un breve riposo è sufficiente a rimettere in funzione il cervello. L'analisi della situazione è chiara, per quanto molto insoddisfacente: che si vada avanti o indietro, non c'è verso di sfuggire a numerose ripide salite sotto la candela. Proprio in quel momento, mentre la mente cerca di volare in altri lidi, gli occhi incontrano un prezioso regalo tra le amate fronde: frutti! Gocce d'oro! Mature!
La bocca incontra il succoso nettare, più e più volte, fino a quando il corpo si sente rinvigorito, il cuore riconciliato con la Vita.




Agriturismo la Castagna, Fiuminata (MC), sabato 22 luglio

Terzo giorno di Coast to Coast. Finalmente un posto verde dove rilassarsi, addirittura con una piscina. Sono arrivato prima delle 13 tagliando le cime facendo la statale, comunque piuttosto panoramica.

E' stato un colpo di fulmine. Qualche mese fa ho trovato in libreria questo libro di Simone Frignani, "Italia Coast to Coast in bicicletta" e ho subito capito che non potevo non farlo.
Così ho cominciato ad affrontare le salite dei Colli Euganei per prepararmi. Superato il Roccolo in una giornata di gran caldo, mi sono sentito che potevo andare. Sono partito il 20 luglio alle 8:09 da Padova, io e la bici caricati su di un regionale.
Arrivato ad Ancona, ho cominciato a familiarizzare con il GPS. Anche se mi porta su delle salite gratuite che avrei evitato volentieri, la traccia mi mostra una splendida parte della città che ignoravo e ammetto che questo giro sposta significativamente la mia opinione sulla sua bellezza.
Uscito dal centro urbano cominciano le salite, anche piuttosto impegnative; ma c'è entusiasmo nel motore e si va.
Dopo forse un'oretta arrivo alla svolta di Portonovo. Potrei tirare dritto verso Osimo e risparmiarmi un bel pezzo di strada e di fatica; ma la vista è spettacolare, la voglia di fare il bagno anche.
So già che me ne pentirò: la strada scende di brutto serpeggiando nella pineta. Cerco di non pensare al ritorno e di godermi quella fantastica discesa ma non ci riesco del tutto. Ululo, per scaricare tutte le emozioni.
Vado fino in fondo seguendo il GPS, trovo una spiaggia organizzata, gonfia di ombrelloni fino a un metro dal mare. Cosa faccio con la bici e tutta la roba? La parcheggio alla bell'e meglio, mi porto i soldi, il telefono e vado in acqua così come sono, in mezzo ai ragazzi, giusto un paio di minuti per sciacquarmi via il sudore; ma è è stupendo. Fighissimo.
La salita è davvero ripida. Scendo e vado a piedi per la prima volta ma anche così non è affatto facile arrampicarsi. Il cuore mi batte all'impazzata. Il paesaggio è meraviglioso ma pensieri ansiosi mi assalgono, il dubbio che il fisico o la bici o le borse non reggano.
La strada sale e scende, mi prendo il mio tempo e mi avvicino alla meta. Invece il chilometro e mezzo di salita con il 25% di pendenza che sale a Osimo mi stronca. Solo le ultime forze mi permettono di arrivare al B&B La casa delle prugne.
Piazzo la tenda, doccia panoramica all'aperto che mi rinvigorisce e invito a cena Margherita, che ha una pizzeria gourmet a Bagnocavallo di Ravenna.

La mattina successiva il gallo mi aiuta ad alzarmi alle 5 e alle 6:50 sono in strada. E' la tappa più impegnativa, Osimo - San Severino Marche, 70 km per oltre 1100 metri di salita a 39 gradi.
Si inizia bene, con una lunga discesa su facili sterrati in mezzo a campi di girasoli. Poi i ricordi si fanno confusi: salite interminabili su sterrati massacrati dal sole e lontani dalla civiltà. Un albero di gocce d'oro. Una signora con un bambino che mi offre una bottiglia d'acqua.
In qualche modo arrivo a Treia verso le 13:30, mangio qualcosa a un ristorante in centro. Mi crolla la testa ma non riesco a dormire sulla panchina.
Telefono per prenotare il B&B e riparto nel caldo del pomeriggio. Faccio chilometri spingendo la bici con una fatica disumana. Arrivo a San Severino verso le 18 e mi fermo dal meccanico a far sistemare la bici. Mi cambiano l'olio dei freni e sistemano i raggi. La nota positiva è che mi prestano una bici elettrica per salire in paese. Ceno alle 2 Torri dove le ristoratrice mi informa che molti ciclisti hanno rinunciato al viaggio a causa delle fatica o del caldo. La notte al B&B Locanda dei Comencini è lunga con i suoi 31 gradi.
Stamttina mi sono fatto guidare da Google Maps, ho saltato una montagna (e quasi 10 km di salita su sterrato) passando dalla statale. I campi di girasole hanno lasciato spazio a fitti boschi, mi piace molto. Supero Pioraco e Fiuminata e mi sono arrampicato su fino a questo agriturismo immerso nel verde.
Adesso sto sorseggiando il rosso della Castagna: picchia! Oggi posso davvero dire che è cominciata la vacanza!




Domenica 23 luglio Fiuminata - Assisi

Mattina leggermente ansiosa. Alla fine la salita è lunga ma graduale. Seguo ancora Google Maps e vado per la statale, che comunque passa in mezzo al bosco ed è poco trafficata. Arrivo a Nocera Umbra verso le 11. In centro c'è una manifestazione di motociclisti, il cui senso profondo sembra quello di farsi delle foto con ragazze immagine poco vestite e nemmno così carine. Mangio il mio panino del giorno prima al parco, vicino a me gioca una bambina bionda di 3 anni che si chiama Nami.
Passo dal supermercato a comprare succo, frutta e dell'attak per i sandali che si sono aperti. Funziona perfettamente!
Riparto verso Assisi seguendo Google Maps e mi porta per una stradina nel bosco che segue un torrente d'acqua gelata. Non resisto e alla prima opportunità parcheggio e mi ci butto dentro: il paradiso del ciclista o, almeno, il mio.
Mi rimetto in pista ma mi accorgo che non c'è rete. Avevo staccato Maps per risparmiare batteria e ora non c'è verso di farlo ripartire. Al primo bivio mi rendo conto che non posso continuare alla cieca. Studio il GPS e scelgo una rotta che si avvicina a quella della traccia originale. Mi arrampico dubbioso su salite ripide, strette e paesaggi incantati. Spingo la bici a piedi, inoltrandomi nel bosco tra nugoli di farfalle. Finalmente inizia la discesa e mi butto giù a pesce, a volte lasciandomi andare, a volte con la mani violentemente attaccate ai freni. La via è entusiasmante, grido, canto, yu-huuu! E' una discesa mozzafiato, meravigliosa.
In fondo, Assisi è in vista.
Trovo posto all'Ostello Fontemaggio e mi regalo un giro turistico della città, per qualche motivo sempre emozionante, in particolare la chiesa di San Francesco. Mi godo il tramonto alla Rocca Maggiore e poi a cena. Faccio ancora fatica a mangiare ma sento che il giro di oggi ha cambiato tutto, sono molto più fiducioso.



Lunedì 24 luglio Assisi - Todi

Giornata difficile: salite ripide per Gualdo Cattaneo che mi costringono a piedi, sterrati sassosi e scivolosi e tanto caldo a 39°. La salita finale è meno peggio delle altre, la affronto tutta in sella ma con gran fatica.
Il corpo mi dice che è il momento di fare una pausa.
Mi fanno male le palle e i muscoli delle gambe sono indolenziti, forse serve più potassio e magnesio. Mi sistemo, mangio frutta, prosciutto e gelato e svengo sul letto.
Poi, sospinto dal senso di libertà che sento, chiamo amici che non sento da anni. Racconto del viaggio, della scuola, mi riportano all'esperienza del viaggio sciamanico dove o ti trasformi o muori. Infine mi arriva un invito in Liguria.
Ceno a cinghiale e vino. Domani pausa, riposo, progetti. Massaggi?



Martedì 25 luglio Todi

Guardo il crepuscolo di Todi da Parco Oberdan.
C'è una brezza piacevole. Ha rinfrescato, pure troppo, considerando che mi sono impongato per essere carico domani.
Stamattina ho fatto vedere la bici da Tuder Bike e con 10 € me l'ha messa in bolla. Sono contento, perché sapere che la bici è a posto, soprattutto sulle discese, mi dà una certa serenità e mi permette di godermi la festa di questo viaggio.
Poi ho organizzato un massaggio alla Fisioterapia Palomba. Per 40 € mi hanno fatto davvero un bel lavoro, specie sulla contrattura del polpaccio destro e sul quadricipite sinistro affaticato. Aldilà dell'aspetto professionale è stato un'esperienza davvero gratificante dal lato umano. La ciliegina sulla torta è la maglietta azzurra che mi regalano e mi sta perfettamente.
Al ritorno la scelta è tra aspettare un'ora il bus o tornare a piedi. Ovviamente m'incammino. Piove, anche bene a tratti.
Il salitone forse compromette l'effetto massaggio. Speriamo di no.
Gelato, doccia, riposo, cena, messaggi, esplorazione, tramonto. C'è ventone adesso.



Mercoledì 26 luglio Todi - Orvieto

Giornata fresca e fa la differenza. I primi 20 km di salita si va su serenamente tanto che ipotizzo di arrivare a mezzogiorno. Mi fermo a Marre a mangiare e a chiacchierare con i due ciclisti di Vicenza. Hanno bici serie, tre piccole borse e B&B prenotati da due mesi, per cui le loro prenotazioni si sovrappongono alle mie.
La discesa è splendida ma troppo breve. Seguo il lago poi ho la fregatura della strada interrota causa rally. Torno indietro e mi trovo sulla statale con i camion che sfrecciano e mi fanno il pelo.
Tiro come un dannato per togliermi dalla situazione e anche perché la strada lo permette.
Arrivo a Orvieto bassa, mi fermo giusto alla trattoria prima della funicolare, che avrei perso se avessi seguito GMaps.
Appuntamento in centro con Giulia con l'appartamento de Luxe che non so ancora quanto costa. Solito svenimento, lavaggio vestiti, giro per Orvieto fino al Pozzo di San Patrizio.



Giovedì 27 luglio Orvieto - San Quirico

La giornata parte male con una brutta salita ripida pure in mezzo alla vegetazione che mi fa tirare giù le stelle. Poi la strada procede bene.
Inizia una discesa spettacolare fino a Bolsena. Cerco di schivare gli sterrati aggiungendo qualche chilometro di asfalto e mi muovo nella campagna, tra nuvole bianche, cipressi, campi dorati e boschi.
Alle Grotte di Castro incontro i vicentini e mi fermo con loro per un'ora e mezza. Ripartiamo tutti insieme, senza che io sia riuscito a trovare un letto a Sorano. Proseguo schivando gli sterrati e durante una pausetta a Onano, trovo posto a San Quirico, all'Albergo Ristorante Agnelli.
Nonostante il carico e la mia bici da città ci arrivo prima dei vicentini. Li saluto un'ultima volta e salgo in camera a svenire sul letto.
La sera scende una piacevolissima frescura. Trovo curioso che proprio il giorno che non trovo posto dove mi aspettavo faccio la cena migliore da quando sono partito.
Poi esco a guardare il paese: mi entusiasma questa miscela di bellezza, eccellenza, povertà, abbandono. Una gatta allatta i cuccioli in mezzo alla strada. E' la verità della vita così come è, con tutte le sue contraddizioni.
Mi viene in mente la storia di Coelho, del giro del palazzo con il cucchiaio d'olio in mano.



Venerdì 28 luglio San Quirico - Manciano

Giornata impegnativa: tanta salita per schivare gli sterrati. La mattinata è nuvolosa poi il cielo si apre. Posti spettacolari come Sovana.
Messaggi dalla Liguria che danno il via libera, ma solo per poco.
Belle le Terme di Saturnia, ci passo un'oretta e mi fa sentire meglio.
Salitone finale con tappa panino alla finocchiona memorabile e gambe che prima nicchiano e poi vanno.
Trovo da dormire da Florenzio, una casa privata a Manciano, dove faccio in tempo a lavarmi prima di svenire a letto.
Vado verso il paese, prendo una fetta d'anguria al supermercato e la mangio nel parcheggio. Giro per il centro e mi sento incredibilmente sereno, sicuro, tranquillo, spero di ricordare questa sensazione a lungo, magari per sempre.



Sabato 29 luglio Manciano - Orbetello - Carasco

Sveglia presto e alle 7:30 sono già in strada. Aggiro ancora lo sterrato, chissà se guadagnando qualcosa o no. La prevalenza della discesa aiuta ma la stanchezza si fa sentire, soffro le salite. Oltre alla stanchezza fisica c'è anche quella mentale. Ho pagato un prezzo troppo alto e ora ho bisogno di tempo prima che ritorni la voglia.
D'altra parte sui saliscendi la maggior parte del tempo si passa sulla salita, dato che si va nettamente più piano che in discesa.
Da lontano comincio a vedere il mare ed è una bella carica. Supero Capalbio e arrivo alla Riserva naturale Duna Feniglia, una pineta spettacolare lunga forse una dozzina di chilometri, accessibile solo a piedi o in bici, da cui si può giungere a spiagge selvagge e isolate. Una meravglia!
Faccio il bagnetto, poi pedalo fino a Orbetello, il termine ufficiale della traccia del Coast to Coast. Mi concedo una insalatona e vado in stazione per prendere un regionale che mi porti a Nord. Raggiungo Pisa, poi La Spezia, infine Chiavari verso le 19, dopo aver imprecato sugli scalini delle stazioni liguri.
I primi campeggi che sento sono tutti pieni e sale un filo d'ansia. Al Camping Paradiso di Carasco invece posto ce n'è. Ci sono alcuni chilometri da fare ma sto bene, la temperatura è buona: accendo GMpas e mi lascio guidare dalla sua voce ormai familiare. Seguo la ciclabile del Tella fino in fondo a una valle verde e fresca e trovo il campeggio. Pianto la tenda, sciacquo i vestiti, mangio i resti del cibo, due prugne e il panino della mattina.
Il cielo è nuvoloso, vado alla reception a chiacchierare, capire il posto, mangiare un gelato. Osservo, ascolto, racconto. Mi assicurano che non pioverà, perché le nuvole non vengono dal mare.
Verso le 22 parte la musica, ho beccato proprio il giorno giusto. In questo luogo di famiglie i bambini sono i primi a scendere in pista. Nemmeno io riesco a resistere a lungo e seguo il flusso con piacere. Mi scateno fino quasi a mezzanotte poi vado verso il lettone. La combo materassini (3) e sacco a pelo è decente, parto subito.
Fino alla pioggia: le gocce cadono pesanti sulla tenda, una alla volta; poi sempre più forte, inizio a preoccuparmi della tenuta delle cuciture ma la tenda tiene e giustifica la spesa fatta, passerò tutta la notte all'asciutto.
Verso le 4:30 inizia a farsi sentire il gallo; un'ora dopo gli uccellini. E' un lento fantasmagorico dormiveglia. Alle 7 partono le campane ma gli occhietti restano chiusi fino alle 7:30.
Esco in una mattina umida e nuvolosa. Uso il costume per asciugare la tenda e funziona bene. Alle 9:30 ci sono gli amici ad aspettarmi fuori.



Domenica 30 luglio Carasco - Cogorno - Chiavari e dintorni

Ci muoviamo su strade strette e ripide fino a Cogorno, in questa casa di pietra, legno, natura e ricordi, dove il tempo sembra più lento e più intenso.
Scendiamo al mare rischiando la vita (soprattutto degli altri) a ogni curva, andando verso est, dove la natura è più selvaggia e Fincantieri costruisce le sue barche.
C'è vento, sole, nuvole, una spiaggia stretta di sassi che scende subito profondamente. Ci sono rocce mezze in ombra, bagnate dalle onde.
Questo mare e queste rocce, l'asprezza e la bellezza, mi riportano continuamente a Tenerife.
Gioco con le onde, come una volta, mangiamo focaccia pasqualina e acciughe fritte. Riposo pomeridiano, passeggiata sulle colline, cena con focaccia.



Martedì 1 agosto Carasco - Padova

Giornata tranquilla. Colazione a Cogorno, mare a Chiavari. Giro in centro, gelato, focaccia, pranzo a Cogorno sotto la vigna.
Ho conosciuto un'insegnante che, oltre a matematica, fa i cerchi sacri con i ragazzi delle medie. Ricca esperienza.
Il tardo pomeriggio siamo alla bocciofila, bagno, troppo spritz, chiacchiere. Cena a Lavagna, incontri, saluti, abbracci.
Torno in campeggio troppo tardi per pagare, dovrò aspettare le 8 del mattino e riconfigurare tutto il viaggio.
Riprendo un'ultima volta la ciclabile del Tella fino alla stazione di Lavagna dove nemmeno un regionale ha il trasporto bici. Volo alla stazione di Chiavari dove trovo un unico treno, un intercity dove, per arrampicarmi sugli scalini altissimi e la porta stretta con la bici in spalla, per poco non faccio una spiacevole caduta.
Tra le maledizioni un unico turista inglese viene ad aiutarmi ad alzare la bici e a sistemarla sul gancio. Cambio a La Spezia, Parma, Bologna, eccomi una ennesima volta a Padova.
Pedalo verso casa, felice di avercela fatta. I primi giorni di questa avventura ho davvero toccato il limite delle mie forze e mi sento fortunato e grato al mio corpo e al mio spirito per avermi sostenuto per tutto il tempo in cui c'è stato bisogno. Non è stato poco, non era scontato. La prossima volta studierò meglio le mappe. Sono qui, ancora una volta.

venerdì 27 gennaio 2012

e i viaggi (con un minimo di avventura)

Nicola Bertin nasce, avventurosamene parlando, nell'estate del 1991 quando, seguendo l'impulso del Martin, si imbarca nell'impresa che segnerà per sempre il suo rapporto con l'Avventura: Il giro della Corsica in bicicletta. 18 giorni di fatica, di sole, di mare, di paesaggi mozzafiato, di pasta scotta senza sale, di discese a rotta di collo e salite stringendo i denti, che spero di avere un giorno il tempo di raccontare.

Dopo questo felice preludio il nostro rinnega la ricerca dell'avventura per dedicarsi inutilmente a quella dell' altra metà del cielo. Vengono quindi battute le spiagge di mezza europa, Jesolo, Rimini, Barcellona, Parenzo, fino a quando nel marzo 1997, nella natia Padova, non comincia la storia con Fabiola. Appagato nella carne, ma tarpato nelle ali dello spirito, seguono una serie di simpatiche vacanze marine (Jesolo, Croazia, Toscana, Marche, Puglia) fino al 2000, quando la storia finisce.
Degni di nota sono nel 1993 il campeggio libero a Bibione con Asto, Paolo, Gianlu e Cecca, e il ritorno avventuroso dal primo viaggio a Barcellona con il Martin e mio fratello.

Con il cuore e lo spirito liberi il 2001 è un anno esplosivo: si parte con il Capodanno a Praga, con Asto e Frenk, Gianlu e Laura e il fido Martin. Si passa poi allo sportivissimo weekend al Parco dell'Orecchiella in Garfagnana con il Martin, il Petroz e il Cayman (vedi
Noi, uomini duri (Garfagnana 2001) ). C'è poi il Fandango sopra il lago di Como, assolutamente da ricordare, con Olo, Cayman e il Martin. In estate, con Asto(n) Martin e il Jaguar Team i 4000 km nel Nord della Francia (vedi Cesso Team, il ritorno (Bretagna e Normandia 2001) ).

Il 2002 è un anno importante, dopo 9 anni di studio, lavoro, gruppi e animazioni varie finalmente arriva la laurea. Un occasione buona per mettersi finalmente a imparare l'inglese (vedi Celtic Cesso Team: the animal farm (Irlanda 2002) ).
Come premio poi per la laurea, ma anche per sfuggire all'angoscia del non-lavoro, all'inizio del 2003 c'è poi il famoso viaggio in Costarica con il Petroz (vedi e il Costarica (gennaio - febbraio 2003) ), che segna sicuramente un passaggio importante.
L'estate poi, con il lavoro appena trovato e gli ultimi soldi prelevati dal conto in banca appena chiuso c'è, sull'onda nella nostalgia della Corsica, in viaggio in solitaria in Sardegna, ancora in bici (vedi e la Sardegna in bici (Agosto 2003) ).

Il 2004 è l'anno di una nuova storia, dalla cena del corso d'inglese compare Ingrid, che però, facendo il medico, lascia - apparentemente - spazio al nostro eroe. L'estate, insieme a Gianlu, Riccio e Raffa, il nostro va in moto a trovare Andreas ad Atene, avendo così modo di assistere alle Olimpiadi e a diversi spettacoli del panorama greco.
Nostalgico del Costarica e con la donna senza ferie, il nostro ne approfitta per fare un giretto in Madagascar con il Petroz e il Martin (vedi e il Madagascar (Capodanno 2005) )
Alla fine di giugno è ancora tempo di Sardegna con Ingrid, stavolta a cavallo della mitica KLE 500.

Nel 2006 l'amore porta il nostro per la prima volta in Sicilia in compagnia di Simone. Il 2007 si riparte in moto con Daniela destinazione Francia, Avignone, Provenza, Costa azzurra, Gorge du Verdon.
Il 2008 è l'anno del cambiamento, dopo l'incidente in moto la Red Donkey porta Daniela e il nostro in Croazia, Montenegro e infine la spiritualità di Medjugorje.

Il 2009 è un anno di sofferenza, di preparazione e di lavoro interiore di fronte alle enormi sfide che lo aspettano. Il 2010 infatti il mitico, accompagnato prima da Mauro e Matteo, e poi dai fratelli, mette sotto le ruote della Red Donkey quasi 20.000 km, dall'Italia fino alla Mongolia e ritorno, ne il Mongol rally 2010.

Da questa esperienza incredibile, durissima e fantasmagorica il nostro prende la decisione di affrontare l'avventura delle avventure. Lascia casa, lavoro e amici e parte da solo con un biglietto di sola andata per la Nuova Zelanda.
Dopo 3 mesi è il momento di spostarsi in Australia e poi verso il Sud Est Asiatico per un anno esatto di mirabolanti avventure che lo porteranno a trovare sistemazione sull'isola di Tenerife. La sistemazione diventa residenza durante la quale il nostro coglie l'occasione di visitare buona parte della Spagna fino al fatidico incontro con il libro di Arnold Mindell Essere nel Fuoco che lo porteranno in giro per ecovillaggi e comunità per imparare l'arte della Facilitazione. Infine il ritorno in Italia, per frequentare la scuola di Arte del Processo e Democrazia Profonda.

domenica 23 gennaio 2011

Living in New Zealand

Nicola Bertin se n'è andato. In Nuova Zelanda. Ma la notizia vera è che NON c'è una data di ritorno.
Il 19 aprile, per soddisfare l'immigrazione neozelandese, c'è un biglietto d'aereo con destinazione Sidney. Fino al 18 febbraio, a partire da domani, c'è il corso d'inglese alla Worldwide english school.
Non c'è altro, solo una lunga pagina bianca da riempire, il mare sconfinato e aperto della libertà da attraversare.
I motivi sono gli stessi del Mongol Rally, il desiderio profondo di un miglioramento personale, di affrontare le proprie paure, sentirsi un cittadino del mondo, imparare ad ascoltarsi e a conoscere i propri desideri.
Il Mongol Rally, nella sua durezza e nella sua bellezza, è servito a capire quanto ho bisogno di imparare ad occuparmi di me stesso, dei miei desideri, dei miei limiti, e che va fatto subito, qui e ora, senza indugiare.
Così ho mollato tutto e sono arrivato a Auckland.
La cosa straordinaria del viaggiare è che incontri persone come te, persone con la pelle di un altro colore o con gli occhi di un altro taglio che cercano cose simili alle tue e provano sentimenti che assomigliano ai tuoi e ti chiedi com'è possibile che i tuoi nonni con i suoi nonni abbiano cercato di ammazzarsi a vicenda.
E' solo stando a casa a guardare la TV, che alimenta le paure e le differenze, che capisco come questo sia stato e sia ancora possibile.
Ma intanto prendo la mia penna e cerco di scrivere la mia storia, che sia intarsiata da fili d'oro e d'argento.

venerdì 2 luglio 2010

e il Mongol Rally 2010

Nicola Bertin si imbarca nel Mongol Rally.
Un'avventura seria, di quelle che ci deve perdere un sacco di tempo a prepararle.
Con la mitica Punto, per un mese andrò a spasso attraverso mezzo mondo.
Balcani, Turchia, Georgia, Azerbaigian, Turkmenistan, Uzbekistan, Kazakistan, Russia e, infine, Mongolia.
Come al solito, il fascino dell'avventura.
Ma stavolta c'è qualcosa di più.
Consapevolezza.
Voglia di mettersi in gioco, di affrontare le proprie paure.
Di togliere alla mente l'illusione del controllo, abbandonarsi allo scorrere della Vita.
Ci sono 2 anni di percorso dietro questo viaggio.
Può voler dire poco, perché l'uomo vecchio è sempre in agguato, ma ho grande fiducia.
E, comunque, non ci sono altre strade.
Se vuoi metterti in gioco, devi metterti nelle condizioni di metterti gioco.
Crearti le difficoltà da affrontare, prepararti.
Poi, forse, non avrò il coraggio. Forse non ce la farò tutte le volte.
Ma non è stando a casa, nei recinti che conosco a memoria, che farò di me una persona migliore.
Se vuoi darmi una mano, prega per me, che questo viaggio sia una potente occasione di crescita e di cambiamento.

Buon viaggio.
Buona vita.

sabato 17 maggio 2008

e l'informatica

Nicola Bertin, a farla breve, nel 2008 Project Manager e Architetto Software in CNB, poi diventato Tootech, e in quanto tale la sua funzione principale era seguire il ciclo di vita di progetti di soluzioni software web-based, a partire dalla progettazione, all'analisi dei costi, alla gestione della comunicazione tra i partecipanti al progetto (sviluppatori, analisti, sistemisti, grafici, commerciali, clienti e utenti finali), al problem solving.
Secondariamente, Nicola Bertin coltiva le sue due passioni professionali:
1) la vecchia passione dell'università che è la programmazione avanzata (web services, librerie di classi, xml, caching, ottimizzazione del codice) in vb.net.
2) la nuova passione per il SEO, ovvero l'ottimizzazione delle applicazioni web per i motori di ricerca, che tutto sommato non è altro che fare cultura della comunicazione web.

La sua storia "professionale" invece è questa.
Nicola Bertin comincia a "lavorare" a 8 anni come cassiere nel negozio di frutta e verdura del padre. Continuerà a collaborare con l'azienda familiare fino all'università, facendo esperienza del mondo del commercio, del lavoro, del sacrificio.
A quest'epoca risale uno dei tesori più preziosi della sua infanzia, il ricordo delle castagne cucinate all'aperto davanti al fuoco, quando gli autunni erano ancora freddi, e la danza della fiamma incantava i suoi occhi e il suo cuore da bambino.
Dopo il liceo scientifico si è mantenuto all'università facendo diversi lavori, pizzaiolo, pony express, ripetizioni e consulenze informatiche.
Nel 2003, dopo la sudatissima laurea in Ingegneria Infomatica, e dopo la deludente ma comunque formativa esperienza come sviluppatore di EvoluzioneWeb, entra in Cnb.
Alla fine dell'anno assume il suo attuale ruolo di Responsabile.

mercoledì 16 aprile 2008

e il teatro

Nicola Bertin nasce, teatralmente parlando, nel 2004 quando il fido Luca De Spirito lo porta al Teatro Laterale a seguire il laboratorio di Michele Silvestrin. Il 2005 è l'anno del battesimo del fuoco. In gennaio c'è la prima timorosissima partecipazione alla giornata della memoria. In febbraio c'è il primo suggestivo saggio sull'antologia di Spoon River. In luglio calca la scena del Piccolo Teatro Don Bosco con uno spettacolo-musical "Do you really love?". A novembre entra a far parte dell'associazione Teatro Laterale di Paolo Caporello.
Il 2006 comincia con In tempo di guerra, uno spettacolo contro tutte le forme di guerra (guarda le immagini di In tempo di guerra). A luglio, dopo un laboratorio di un mese, interpreta il Conte Ugolino in La città dolente di Gianni Conversano, (guarda le immagini de La Città Dolente) all'interno della rassegna I teatri delle mura. La sua interpretazione riscuote un discreto successo e in seguito entra a far parte del Teatro Fuori Rotta di Sabrina Maniero e Gioele Peccenini.
Qui interpreta Henry Pepper e Victor Velasco nella commedia brillante di Neil Simon A piedi nudi nel parco che nel corso nel 2007 viene portata in moltissimi teatri di Padova e della provincia.
Nel 2007 continua intensissima anche la sua attività con il Teatro Laterale. Il 4 maggio, alla rassegna di Selvazzano, è un rude signorotto russo afflitto dal mal di denti nella serata cechoviana; il primo agosto, per i Notturni d'arte (nella splendida cornice del Castello di San Pelagio) è un maniaco dall'animo gentile in Esistenze tratto da un "Confusioni" di Ayckbourn (guarda il video del maniaco).

mercoledì 26 marzo 2008

I Bertin nel Mondo: origine e diffusione

Sto facendo una ricerca sui vari Bertin che ci sono al mondo. Intanto ho recuperato dal portale di Alice qualche dato sulla loro diffusione.
Questa, per esempio è la diffusione del cognome Bertin in Italia, dove risulta particolarmente diffuso nel padovano.

il cognome Bertin: Diffusione in Italia

Ma ho scoperto che i Bertin sono diffusi anche in altre parti del mondo, in Francia, per esempio, ma anche in Brasile e negli Stati Uniti.

il cognome Bertin: Diffusione in USA

Cercando su Wikipedia, sembra che sia soprattutto in Francia che i Bertin abbiano dato lustro alla Storia. Attori, pittori, scrittori, uomini politici, inventori sono le professioni dei Bertin d'oltralpe, tra cui anche un pittore quasi mio omonimo, Nicolas Bertin e anche un santo, San Bertin che si festeggia il 5 settembre.

Negli Stati Uniti, e più precisamente in quel di Manhattan, è nata Joanne Bertin, scrittrice di fantascienza. C'è perfino Ryan Bertin, un ragazzo dell'81 che fa wrestling in Michigan.

C'è perfino l'asteroide Bertin, e una località, La Chapelle-Bertin, comune francese.

In Italia, l'unico Bertin degno di citazione su Wikipedia sembra Monsignor Giorgio Bertin, vescovo della diocesi di Gibuti.

Per quanto riguarda l'origine del cognome sembra che derivi dal nome medioevale Bertinus di cui abbiamo un esempio nel Monferrato nel 1300: "Anno domini millesimo cccv, indizione tercia, die martis VIII mensis marcii, in burgo Tridini sub caxina marchionatus, presentibus... ...Thome de Guasto, Bertino de Castagnolio, et pluribus aliis testibus vocatis et rogatis...". Troviamo tracce di questa cognomizzazione a Lucca fin dal 1400.

giovedì 20 marzo 2008

Marzo Teatrale

Marzo intenso a teatro per Nicola Bertin: ancora A piedi nudi nel parco, probabilmente le ultime due volte con Isabella e Dario e poi una serata dedicata al mitico Cechov con il Teatro Laterale.

Riassumendo

  • 1 marzo - A piedi nudi nel parco - Teatro La Perla a Torreglia (PD)

  • 8 marzo - A piedi nudi nel parco - Sala Polivalente a Villafranca (PD)

  • 14 marzo - Pillole di Cechov - Teatro Laterale, Via Montà 437 (PD)

  • Anche il marzo teatrale è terminato. La salute non è stata dalla parte del nostro eroe, che ha avuto la febbre a 39 da venerdì 7 a martedì 11, per una prestazione più sofferta l'8 e l'esibizione di una voce roca e sexy il 14. Tutto è bene quel che finisce bene. Al motto di barcollo ma non mollo, Nicola Bertin è riuscito a superarsi e a fornire prestazioni compatibili con la sua (ehm...) reputazione.

    Il tutto condito dall'annunciazione della gravidanza di Isabella. Congratulazioni!!!