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giovedì 20 settembre 2018

Le 4 fasi del conflitto nell'Arte del Processo

Come cambiano le stagioni, anche un individuo, una coppia, una famiglia, un'organizzazione, attraversano varie fasi. Per un facilitatore, la consapevolezza della fase del conflitto in cui si trova l'individuo o l'organizzazione che intende facilitare è cruciale, perché lo aiuta a valutare dove si trova il suo cliente e gli dà una direzione su come intervenire.

Nel suo libro "Conflict: Phases, Forums, and Solutions" Arnold Mindell descrive quali sono le fasi di un conflitto e quali sono le caratteristiche per poterle riconoscere. Ecco le tipiche fasi:

Fase 1: può essere riassunta con un "Divertiamoci!". In questo periodo ci divertiamo e non prestiamo attenzione ai problemi. La concentrazione su sé stessi è una caratteristica di questa fase. Cerchiamo divertimento o attenzione dagli altri e marginalizziamo emozioni negative o problemi esterni.

Fase 2: è caratterizzata da tensione e conflitto, come un problema che non può essere più marginalizzato. Siamo arrabbiati o spaventati dal problema (X) e cerchiamo di combatterlo o di evitarlo. I tipici passi di un processo di gruppo sono importanti specialmente in questa fase.

Fase 3: è un periodo in cui avviene lo scambio di ruolo. In questa fase la nostra relazione con X (la cosa che ci disturba) cambia. Cominciamo ad aprirci all'altra parte, siamo capaci di immaginare o sentire come l'altro e vediamo l'altro come un aspetto di noi stessi.

Fase 4: in questa fase siamo rilassati e distaccati sia da u (la nostra identità) sia da X (la cosa che ci disturba). Siamo capaci di percepire e seguire come il nostro Sé profondo o la Mente del Processo ci muove. La fase 4 ci dà anche una panoramica distaccata e compassionevole di come tutte le fasi cambiano, inclusa la stessa fase 4! Spesso ci muoviamo a fase 1 dopo essere stati in fase 4.

giovedì 17 agosto 2017

La percezione del Potere

di Nicola Bertin

Esistono diversi tipi di potere. In moltissime canzoni è celebrato il potere dell'amore. Ma esiste anche un potere della forza fisica, uno dato dall'intelligenza, il potere del denaro, della bellezza, della persuasione, della politica, delle armi.
Esiste anche un potere personale, che viene dal profondo di ognuno di noi e nessuno ce lo può togliere.
Quale che sia il potere a cui vi riferiate, ogni individuo ha la necessità di sperimentare un qualche tipo di potere, di sentire che la propria presenza ha un impatto nel mondo intorno a sé. Citando il filosofo Friedrich Nietzsche, potremmo dire l'essere umano è un animale che ha bisogno di significato. Il potere permette all'essere umano di sentire che la propria presenza è significativa, ha un valore nell'economia generale dell'universo.

Una delle sensazioni peggiori che si possono sperimentare è infatti sentirsi powerless "senza potere". Ecco alcuni esempi di momenti in cui è possibile sentirsi senza potere:
Il partner che amo se ne va. L'azienda che mi dà lavoro mi lascia a casa. Mio figlio fa quello che vuole e non mi ascolta. Sono molto di fretta e trovo il semaforo rosso. Un rapinatore mi minaccia con un coltello. Sono ad una festa e nessuno si accorge di me. Scrivo un bellissimo post su facebook e non ricevo nemmeno un like. Sto partendo per le vacanze e mi si rompe l'auto. Sto parlando in pubblico e la gente sbadiglia annoiata. Sono alla cassa del supermercato e il bancomat non funziona. Cerco di scrivere qualcosa per un romanzo o una relazione e non mi viene in mente niente. E' tutta la vita che non riesco ad avere buoni rapporti con mia madre. Soffro una malattia che sembra incurabile. La morte di una persona cara.

Analizzando gli esempi sopra citati possiamo osservare che si tratta di aspettative, desideri, bisogni che vengono frustrati o delusi. In questo casi, il potere può essere percepito come ciò che sta in mezzo tra quello che vogliamo e la sua realizzazione o la mancanza di potere può essere percepita come un ostacolo superiore alle risorse che abbiamo a disposizione per ottenere quello che desideriamo.
C'è anche un altro aspetto interessante nell'uso del potere nelle relazioni. A volte, in una discussione animata, la capacità di esprimere il proprio punto di vista e gestire le proprie emozioni non è sufficiente per sfuggire alla sensazione di impotenza e frustrazione. In quel caso è possibile che emerga un'altra parte di noi che usa un potere diverso, più legato alla natura animale dell'uomo, aggressivo, violento, fortemente determinato.
Il Potere è legato a qualcosa di viscerale. Citando Arnold Mindell "Ognuno diventa agitato o violento se viene fortemente ignorato, marginalizzato e lasciato solo nella disperazione." (Conflicts: Phases, Forums, and Solutions, p38).

Nella Psicologia orientata al Processo, si parla di Rango come la somma dei privilegi di un individuo, che dipende dalle sue caratteristiche sociali e personali, all'interno di un determinato contesto. Il direttore di un'azienda, per esempio, all'interno del contesto aziendale ha sicuramente un rango superiore dell'impiegato appena assunto. A un rango alto è associato molto potere, a uno basso, poco.
I tipi di Rango sono, secondo la suddivisione di Julie Diamond:
Rango Sociale. Dipende da quanto un individuo si identifica o è visto come parte di un gruppo dominante nella società. I fattori che lo determinano possono essere, per esempio, razza, genere, età, ricchezza, nazionalità, religione, orientamento sessuale, salute, educazione, lingua.
Rango Strutturale. Dipende dalla gerarchia dentro un gruppo o un'organizzazione. Possono essere posizioni come direttore, impiegato, presidente, dipendente, con il potere legato alla posizione. La gerarchia può essere anche nascosta o non esplicita, come in una famiglia o un gruppo di conoscenti.
Rango Psicologico. E' il senso di sentirsi centrati, sicuri di sé stessi. E' connesso alla consapevolezza, l'auto-conoscenza e l'autostima. Il Rango Psicologico supporta l'abilità di esprimersi anche di fronte a grandi poteri sociali. Aiuta ad essere fluidi nella relazione in molte situazioni e a tollerare la tensione senza cadere a pezzi.
Rango Spirituale. E' un senso di sentirsi connessi a qualcosa di divino o trascendente che permette di rimanere centrati anche in mezzo a un terribile conflitto. E' indipendente dalla cultura, dalla famiglia e dal mondo. Viene dalla sensazione di essere "dalla parte giusta" e da a queste persone grande convinzione.

Il Rango e, quindi, anche il Potere
- è qualcosa che viene in buona parte - percepito -. E' possibile solo in parte misurarlo perché dipende in buona parte dalla percezione unica dell'individuo.
- dipende dal contesto.
- è perlopiù inconsapevole.
- dipende dalle risorse che siamo in grado di attivare o sviluppare.
- ha anche una forte influenza sulla salute fisica e psicologica di un individuo. Studi su fasce di popolazione negli Stati Uniti dimostrano che chi ha un rango più basso, rispetto a chi a un rango più alto, ha un'aspettativa di vita più bassa e una maggior disposizione a contrarre alcuni tipi di malattie.

Sviluppare capacità di comunicazione e gestione delle emozioni può cambiare la percezione del Potere e prevenire la degenerazione dei conflitti in conflitti violenti.
Sviluppare consapevolezza del proprio Rango può prevenire fenomeni di abuso e migliorare significativamente l'autostima e la relazione con sé stessi e gli altri.
Il modo in cui usiamo il nostro Potere dipende da come lo percepiamo. Il motivo principale per cui si fa un cattivo uso del proprio Potere è sentirsi deboli. Avere un alto rango e sentirsi deboli è la condizione più favorevole all'abuso di Potere.

Julie Diamond, coach, consulente di leadership e autrice del libro Power: A User’s Guide. Nel video qui sotto parla, accanto all'intelligenza emozionale e all'intelligenza sociale, di power intelligence come di una competenza che permetta un'uso proprio e consapevole del Potere. "Alla fine della giornata" sostiene Julie "quello che conta è il proprio potere personale."

Le cinque regole del potere secondo lei sono
1. Il Potere è una sensazione, non un fatto.
2. E' più facile sentire di avere poco potere piuttosto che sentire l'influenza positiva di un ruolo di grande potere.
3. Il contesto mette in discussione il Rango sociale.
4. Il Rango sociale, dato che dipende dal contesto, è estremamente fragile.
5. Il Potere Personale è ciò che legittima il potere della posizione per avere veramente un effetto e far accadere le cose.