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giovedì 15 novembre 2018

Quattro chiacchiere sul (l'Arte del) Processo

Il ProcessWork o Arte del Processo è un approccio multiculturale, multilivello, basato sui canali sensoriali (cinestetico, uditivo, visivo, propriocettivo, la relazione e il mondo), che ha come obiettivo la consapevolezza e supporta gli individui e le organizzazioni; ma, esattamente, che cosa intendiamo quando parliamo di processo ?



Nella Psicologia Orientata al Processo il Processo è definito come il costante flusso di informazioni. È qualsiasi cosa che sta accadendo nel momento presente di cui siamo in grado di riconoscere il contesto.
Facciamo qualche esempio: può essere qualcosa di molto veloce come un flirt, l'attrazione improvvisa per una persona, un particolare che ci attrae, un oggetto che attira la nostra attenzione, un'intuizione improvvisa, un sogno notturno.
Considerando un arco di tempo più lungo, un processo potrebbe essere la relazione con un collega di lavoro, il mio percorso professionale, una dinamica familiare, la storia di un'associazione. Ci sono processi a breve termine e processi a lungo termine, alcuni lunghi una vita intera, come la storia di una persona, altri ancora più lunghi, come il razzismo, la relazione tra uomo e donna e la relazione tra esseri umani e l'ambiente.
I processi a breve termine si inseriscono all'interno dei processi a lungo termine. Per esempio la relazione tra me e la mia compagna si inserisce nel processo più grande della relazione tra uomini e donne. Non si può lavorare a fondo sul primo senza aver preso in considerazione anche l'altro.
Le domande che ci si pone possono essere: Cosa sta cercando di emergere in questo momento ? Cosa stiamo scoprendo ? Quali sono le dinamiche in gioco ?

Il Mito della Vita è uno strumento che permette di lavorare sul processo della vita di un individuo. Eventi come il Worldwork permettono di lavorare su problemi e processi globali a lungo o lunghissimo termine. Sono pertanto strumenti molto importanti perché cambiamenti sui processi a lungo termine hanno un impatto imprevedibilmente significativo sulla nostra vita e quella della comunità in cui viviamo.

Il Processwork è ricco di concetti che ci aiutano a comprendere e a navigare nei gruppi come anche nella nostra vita personale. Uno di questi concetti fondamentali è la distinzione tra Processo Primario e Secondario.



Usando la metafora dell'iceberg per spiegare questa distinzione, potrei dire che il Processo Primario è la parte dell'iceberg che vedo e quindi conosco di più, la parte che legittimo, che accetto e con quale riesco a identificarmi.
Vedo la parte emersa dei ghiaccio e il sistema associativo della mia mente mi permetti di riconoscervi un iceberg; ma cosa so della parte nascosta dalla superficie dell'acqua ?
Tutto quello di cui conosciamo poco o nulla, che ci sfida, ci spaventa o ci disturba, e comunque non accettiamo, è la parte Secondaria di un Processo. Questa parte, poco visibile ma presente, ha una forte influenza su ciò che accade, creando ostacoli e conflitti che non si riesce a superare fino a che non si è disposti ad immergersi e a conoscere l'altra parte.
A livello di società potremmo dire, per esempio, che i valori e il punto di vista dell'uomo bianco sono primari, mentre i valori e i punti di vista delle donne, degli indigeni e delle minoranze, sono secondari. A livello individuale - in generale - essere puliti e ben organizzati è primario, essere pigri e confusi è secondario.
La tendenza naturale è di assecondare il Processo Primario e di marginalizzare quello Secondario che, proprio per questo, tende a sfidarci o disturbarci. Un obiettivo chiave del Processwork è quello di aiutare gli individui e i gruppi ad essere più consapevoli dei loro Processi Secondari.



Ogni processo attraversa quattro fasi alla fine delle quali una nuova consapevolezza che permette il processo di evolvere a un nuovo livello di coscienza, come ho raccontato in questo post.



Per esempio posso essere molto infastidito da un certo comportamento di un mio collega di lavoro. Se supero la fase conflittuale e riesco, con sincera curiosità ed empatia, a esplorare e comprendere cosa mi infastidisce dall'altra parte, otterrò una nuova consapevolezza. A quel punto potrei continuare a essere infastidito da quel comportamento oppure no ma, certamente, la relazione con quella persona non sarà più la stessa. In qualche modo evolverà e il Processo ricomincerà dalla fase 1, a un livello più alto di consapevolezza. Pertanto forse l'immagine di una spirale che attraversa circolarmente le varie fasi e poi sale a un livello più alto è più adatta a rappresentare questo processo.


La strategia di fondo del ProcessWork è quindi quella di esplorare ciò che percepiamo come altro da noi (secondario) per poi integrarlo con la parte con cui ci identifichiamo (primaria), ottenendo una consapevolezza più ampia e profonda di ciò che sta accadendo (il processo). Si presta pertanto ad essere utilizzato negli ambiti più diversi e in particolare nella Trasformazione dei Conflitti.